STORIA DELLA SCHERMA A SIENA

SIENA E LA SCHERMA

di Filippo Carlucci

La scherma senese ha radici profonde, bisogna andare indietro fino al 1610, quando Ridolfo Capoferro da Cagli, come egli stesso si dichiara "maestro della eccelsa nazione alemanna nella inclita città di Siena", pubblica il suo trattato di scherma intitolato "Gran Simulacro dell’Arte e dell'Uso della Scherma", considerato il primo trattatista di scherma di striscia, ovvero la spada all’italiana.

La scherma diventava poi, agli inizi del secolo scorso, pratica sportiva con una sezione della Polisportiva "Mens Sana"; successivamente, dal 1924, con la fondazione dell'Accademia d'Armi da parte del Maestro Enrico Barbera, la scherma a Siena si è consolidata come scuola autorevole, con una lunga serie di successi sia in campo nazionale che internazionale. La prima sala d'armi, documentata almeno dal 1924, fu allestita in un'aula del Convitto Tolomei.

II Maestro Barbera è stato il capostipite di una genìa di eccellenti atleti e maestri. II catalogo della mostra "Siena, un secolo di Sport" organizzata dal Comune nel 1988 contiene alcune rare immagini dell'epoca. La scherma conosce un periodo di grande popolarità. A titolo di curiosità, possiamo citare una riunione schermistica organizzata proprio dal M° Barbera al teatro dei Rozzi in occasione dell’introduzione dell'apparecchio elettrico per il conteggio delle stoccate.

Dal 1967/68, con l'abbinamento dell'Accademia d'Armi con il Centro Universitario Sportivo Senese e, quindi, con la nascita della Sezione Scherma del CUS, sotto la guida tecnica del Maestro Ruggero D'Argenio e la dirigenza di Sergio Dei, si ha una svolta importante per qualità e quantità, nel segno della continuità di una tradizione e di una scuola mai venuta meno, con un eccezionale sviluppo che porta a raggiungere risultati di rilievo in campo nazionale ed internazionale con moltissime convocazioni in azzurro in tutte le armi ed il raggiungimento di prestigiose posizioni nel ranking nazionale; il CUS Siena si è classificato per ben quattro volte al terzo posto, due volte al quarto, tre volte al quinto ed una volta al sesto nella classifica finale assoluta del Gran Premio di Società.

Fare un elenco dei successi della scherma al CUS diverrebbe troppo lungo ma basti pensare alla prima maglia azzurra di Franco Dei per passare a Margherita Zalaffi, a David Burroni, per giungere ad Alice Volpi, nata e cresciuta al CUS, e a Lorenzo Bruttini campione italiano assoluto di spada 2016 nonché lo stesso Matteo Betti, recente argento alle Paralimpiadi di Parigi 2024.

In questi anni il CUS, oltre ai suoi atleti, vede convocati numerosi tecnici nelle rappresentative nazionali e come formatori per i nuovi tecnici della Federazione Italiana Scherma. Nel 2003 viene fondato dal mastro D'Argenio, insieme ad un nutrito gruppo di atleti suoi allievi, divenuti a loro volta tecnici, il Circolo Scherma U.I.S.P Siena, nato grazie anche al prezioso, determinante interessamento della Sezione Provinciale dell'Unione Italiano Sport Per Tutti, che svolge la sua attività a livello nazionale ed internazionale, con brillanti risultati anche nella scherma paralimpica con Matteo Betti, atleta nato Cussino.

La scherma senese si riunisce nuovamente nel 2017, dopo un intervallo di tredici anni, sotto la bandiera del CUS, nel solco dell'importante tradizione si lavora con impegno e grande capacità tecnica ed organizzativa. Si torna così a ricostituire il gruppo della sciabola dopo alcuni anni sabbatici e a praticare la scherma paralimpica. Ancora si continua, con numerosi atleti, a trionfare a livello nazionale ed internazionale in tutte le armi, arrivando nel 2018 a raggiungere il prestigioso traguardo dei 100 titoli italiani ed a portare Alberto Morelli nella nazionale paralimpica di Sciabola.

II CUS Siena in questi anni è riuscito a primeggiare in tutte le categorie anche grazie alia vicinanza di sponsor come ESTRA, trionfando in campo Assoluto, Under 14, Paralimpico, Universitari e Master, segno di una tradizione che si rinnova e guarda al futuro con la consapevolezza della sua valenza e con sempre rinnovato entusiasmo ed impegno, non puramente orientato al perseguimento del risultato quanto a trasmettere passione ed emozione.

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